Ormai la Domenica sta diventando il giorno dei post chiacchiericci, del bla bla bla che mi frulla in testa e che ho voglia di tornare a condividere con voi, come quando avevo il blog su splinder e la solitudine mi faceva annotare i pensieri sul web, come su un diario.
Da quando sto vivendo sola a Milano le riflessioni che sono passate per la mia testa sono state tante: la ritrovata solitudine che badate bene, non sempre vivo in maniera negativa, anzi. Ne sono amante per certi versi, ha un non so che di indipendenza, quel sapore agrodolce di ribellione, del poter fare quello-che-mi-va-quando-mi-va.
Poi ti capita di fare un incidente sul set, non sei autonoma, e lì ti fermi e pensi: “cazzo, sono sola!”.
Ok, ragioniamo, non sono sola. Ho amiche stupende sempre pronte a supportarmi, che si sono fatte in quattro per accompagnarmi in ospedale, alle visite. Eppure una volta a casa, nel mio nido, torno ad essere sola, se voglio mangiare devo alzarmi e cucinare, piede dolente o no. Se c’è da lavorare, inforco le stampelle e scendo, lenta come una lumaca, ma vado. Niente lagne, niente storie.
E penso che io sono molto fortunata, perché ho un caratteraccio, di quelli che si ostinano a non voler cedere, di quelli che “me ne frego del dolore e vado avanti”, di quelli che non si buttano giù e si auto-commiserano. Penso anche che ho un marito dolcissimo e una famiglia, che ho amici su cui contare, persone con cui parlare.
Sono fortunata perché sono capace di affrontare la vita con un sorriso e un ghigno di sfida, e per festeggiare le zero fratture al piede sono andata a farmi fare dei capelli pazzi dal parrucchiere, e poi via, trolley e stampelle al seguito mi sono dedicata alle spose, ai servizi fotografici, agli impegni del Network con la Fashion Week, senza farmi mancare i bei momenti di svago e i necessari stop di riposo.
Chi mi segue con superficialità, chi giudica senza conoscermi, chi pensa che poiché sorrido, poiché lavoro, poiché mi sbatto avanti e indietro, allora stia benissimo, non conosce le smorfie di dolore trattenute dopo ore in piedi sul set, non ha visto le lacrime alla sera, quando esausta sono crollata nel letto col piede gonfio e pulsante, non era lì quando in preda alla frustrazione del non riuscire a vestirmi, o a cucinarmi, ho imprecato contro il mondo, o quando ho lottato al gatto e al topo con un rotolo di garza che continuava a sfuggirmi mentre tentavo goffamente di fasciare il piede prima di uscire. Questa gente vede solo la punta dell’iceberg, vede solo l’apparenza, e malignamente giudica. E a loro continuerò a dare solo tanti sorrisi, le mie vittorie e i miei traguardi, perché meritano di continuare a rosicare, nient’altro.
Non mollate, qualche intoppo nella vita c’è sempre, fategli una risata di sfida e proseguite per la vostra strada. Circondatevi di cose belle, di persone positive, di colori, di luce, di affetti. Andrà tutto bene.
Laura
LaDama Bianca dice
Hai una determinazione di ferro, complimenti. E buona guarigione.